giovedì 18 maggio 2017

Multa da 110 milioni di Euro a Facebook da parte dell'Antitrust UE


E' di oggi la notizia di una MegaMulta da 110 milioni di Euro a Facebook per aver fornito informazioni fuorvianti all'Anitrust UE . Già al momento dell'acquisizione di WhatsApp Facebook aveva garantito che gli account social non sarebbero mai stati collegati con le chat.
Cosa che non è chiaramente avvenuta, basta infatti registrare un nuovo contatto su WhatsApp per vedere misteriosamente apparire nei suggerimenti degli amici il suo profilo Facebook, anche qualora costui abbia fornito ad esempio un'identità diversa.
Si precisa che la decisione dell'Antitrust non è legata, spiega l’Ue, a procedure antitrust nazionali in corso né a problemi di rispetto della privacy e della protezione dei dati ma per aver dato informazioni errate alla Commissione mentre questa stava decidendo se dare l’ok all’acquisizione della piattaforma di messaggistica.
Naturalmente la vicenda era monitorata dall'Antitrust già a partire dall'annuncio di acquisizione del 2014. Il social network si andava ad unire a una promettente applicazione di messaggistica potendo creare così una concentrazione di potere non conforme alle regole europee. Per questo l’Antitrust Ue aveva chiesto chiarimenti.
E Facebook rispondeva assicurando alla Commissione Ue di non poter collegare gli account Facebook con quelli di Whatsapp. L'informazione spiega l'Antitrust è stata ribadita per iscritto due volte: sia nella notifica dell'operazione, che in una risposta a una richiesta di informazioni specifica della Commissione.
Addirittura il Social sostenne che non era possibile tecnicamente, né c’era la volontà di condividere le due piattaforme. Invece, due anni dopo, ad agosto del 2016, sul blog ufficiale WhatsApp annunciava proprio ciò che l’Antitrust temeva: la fusione tra i due servizi allo scopo di ottimizzare l’offerta pubblicitaria sulle bacheche degli utenti.
A quel punto l’Unione Europea indaga e il risultato è l'attuale maximulta, che l'Antitrust spiega avrebbe potuto esssere ben più alta, potendo arrivare all'1% del fatturato mondiale, per aver fornito informazioni “errate e fuorvianti”. Si rammenta al riguardo che anche secondo la disciplina nazionale fornire informazioni errate o addirittura false è sanzionabile in alcuni casi anche sotto un profilo penale.
110 milioni di euro è la cifra decisa dall’Antitrust per aver realizzato il collegamento degli account due anni dopo aver garanntito che non era possibile.
La commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager spiega, annunciandolo stamattina anche in un  Tweet che questa multa, alta ma proporzionata e con un forte impatto dissuasivo fornisce un segnale alle imprese, mostrando che devono rispettare tutti gli aspetti del regolamento Ue sulle concentrazioni, compreso l’obbligo di fornire informazioni esatte.
Si ricorda che è recente la decisione dell'Autorità italiana che ha irrogato a WhatsApp una sanzione da 3 milioni di euro per aver indotto a credere che se non avessero dato il benestare alla condivisione dei propri dati con Facebook non avrebbero potuto usare il servizio di messagistica.
Si evidenzia che in ambito privacy questo comportamento è vietato. Ne ho scritto di recente su StartUpItalia! con l'articolo sulle regole dei Garanti Ue ai colossi web dove chiaramente si indicava il divieto di far ricorso ai cd. “tracking walls”, e cioè di imporre scelte del tipo “prendere o lasciare” che forzino gli utenti ad esprimere un consenso al tracciamento delle proprie attività on-line pur di accedere a contenuti determinati.




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